Intervista di Manuela Sanson, Volontaria
Foto: Noemi Mantarro
A VARESE IL 5 APRILE 2025 si è tenuto l’incontro informativo “Celiachia e Diabete: Riconoscere, Trattare e Promuovere uno Stile di Vita Salutare” presso la Sala Montanari, organizzato da EcoRun in collaborazione con l’Associazione Diabetici Uniti di Varese “Adiuvare” e AIC Lombardia. Due patologie, in alcuni casi conviventi, trattate con chiarezza e professionalità dagli illustri relatori a cui vanno i nostri ringraziamenti: Dott. Sergio Segato, Direttore SC di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva ASST Sette Laghi; Prof.ssa Silvia Salvatore, Responsabile Struttura semplice di Gastroenterologia Pediatrica, Ospedale Del Ponte ASST Sette Laghi e Dott.ssa Eugenia Dozio, Dietista clinica Dipartimento medicina e innovazione Tecnologica, Università degli Studi dell’Insubria.
Durante l’evento abbiamo avuto il piacere di conoscere Noemi, una brillante ragazza all’ultimo anno di liceo, con diabete, celiaca e volontaria di Adiuvare. Molto attiva, oltre allo studio e al volontariato, ama andare in palestra, ed è babysitter di una bambina di due anni, diabetica come lei, che supporta nella gestione della malattia.
Noemi come hai scoperto le due patologie?
La prima che mi è stata diagnosticata nel 2012 è il diabete di tipo 1. I miei genitori avevano notato il mio continuo perdere peso, mi sentivo stanca e giù di morale. Mi portarono dal medico, il test della glicemia indicò un valore sopra i 400, venni subito ricoverata in ospedale.
A distanza di qualche mese, in seguito ad altri accertamenti, si aggiunse la celiachia.
Come ti senti rispetto ai tuoi coetanei?
Mi sono sempre sentita diversa e “sbagliata”, soprattutto da piccola, per questo tendevo a nascondere il microinfusore che usavo per il diabete, poi crescendo ho capito che il diabete è parte di me, non posso cambiarlo e che, se gli altri non dovessero accettare questo aspetto non deve diventare un mio problema.
Non è così per la celiachia, che col passare del tempo sento come una “palla al piede”. Ogni volta che voglio uscire coi miei amici c’è sempre la questione del “senza glutine”, a cui pensare. Da piccola molto spesso mi ritrovavo a portare il cibo da casa anche nei ristoranti, col tempo c’è stata una evoluzione al meglio ma, nonostante ciò, mi pesa dover far sempre presente ai miei amici il mio problema e non essere liberi di andare dove si vuole.
Il diabete col tempo si impara a gestirlo, ma la celiachia fuori casa per me diventa ingestibile e frustrante, se penso che nei fast food che frequento le opzioni senza glutine sono minime o quasi nulle.
Qual è la cosa che ti infastidisce di più?
La domanda: “ma sei celiaca o solo intollerante?”
Mi stupisce come nel 2025 ci sia ancora tanta ignoranza in materia.
Immagino il tuo sogno nel cassetto, ma pensando più in concreto, cosa ti piacerebbe si realizzasse?
Il desiderio dei desideri sarebbe quello di guarire da entrambe le malattie ma sappiamo essere ancora una meta lontana.
Concretamente mi piacerebbe ci fosse maggiore informazione riguardo al diabete e soprattutto alla celiachia, per poter permettere a tutti noi di viaggiare senza la preoccupazione del cibo.
Il tema della problematica sociale legata, dello stigma legato alla celiachia è un problema reale, specialmente per bambini, adolescenti e ragazzi che si trovano a dover gestire la contaminazione fuori casa nei ristoranti, nei locali e quando ospiti di amici e parenti.
Noemi è giovane, molto concreta, e ragione da vendere: c’è molto da lavorare per rendere tutti più consapevoli e informati, AIC è molto attiva al riguardo e lavora costantemente in questa direzione.
La speranza è che giovani determinati come lei siano di supporto e testimoni, nel tempo, del miglioramento della condizione di vita di noi celiaci.